La “Città dei 15 minuti” può aiutare la crescita locale e le PMI

Luoghi di lavoro, negozi principali, spazi di verde pubblico, strutture di assistenza sanitaria, scuole e centri culturali a un quarto d’ora da dove si abita: è l’idea alla base della cosiddetta “Città dei 15 minuti”, che dopo la pandemia è venuta alla ribalta come una risposta possibile agli squilibri urbani e all’esigenza di bilanciare meglio tempi di lavoro e di vita.

Un‘idea nata per combattere il riscaldamento globale

In realtà, il concetto nasce prima del 2020: addirittura nel 2015, ai tempi della Conferenza internazionale sul clima, la cosiddetta Cop 21 di Parigi. Dietro a quella visione c’è Carlos Moreno, un urbanista di fama internazionale, nato in Colombia ma trapiantato da 40 anni in Francia, direttore scientifico della cattedra eTi (Imprenditoria, Territorio, Innovazione) all’Università Sorbona Pantheon della capitale francese. Per Moreno, ridurre le necessità di spostamento in città contribuisce ad abbattere le emissioni di CO2. “Ci si sposta presto al mattino per andare a lavorare da qualche parte, la sera si rientra tardi: per guadagnarci la vita, finiamo per perderla. E si fa anche un pessimo servizio al clima. Perché non puntare invece sulla prossimità?”, ha detto lo stesso Moreno, che ha elaborato anche il progetto parallelo del “Territorio della mezz’ora”, che applica lo stesso concetto a zone meno dense da un punto vista urbano.

A maggio del 2020, La C-40, cioè la rete delle principali città del mondo contro il cambiamento climatico, ha poi adottato la “Città dei 15 minuti” come asse di sviluppo per uscire dalla pandemia e dalla crisi.

L’idea, ovviamente, in città grandi e disperse come Roma o altre aree metropolitane, non è quella di poter raggiungere in un quarto d’ora quartieri distanti tra loro. Significa invece disporre di servizi, negozi, cultura in un raggio di 15 minuti. Significa decentramento e digitalizzazione, lavoro agile, in una collaborazione che vede impegnate amministrazione pubblica, aziende private e organizzazioni sociali.

I vantaggi per le PMI

In questa idea, c’è spazio anche per la crescita delle Piccole e medie imprese locali. Con una maggiore concentrazione delle attività commerciali e residenziali in un’area limitata, è più facile per le persone scoprire e accedere ai prodotti e servizi offerti da aziende di zona.

Le PMI possono trarre vantaggio dalla concorrenza limitata all’interno di un’area delimitata: invece di competere con grandi catene o imprese lontane, possono diventare punti di riferimento nel loro quartiere, offrendo prodotti o servizi unici e di qualità (così come è stato del resto durante la pandemia).

Ancora, questo modello favorisce l’approvvigionamento locale e la produzione di beni e servizi nel quartiere stesso. Le piccole aziende possono così beneficiare di una maggiore domanda di prodotti locali, stimolando la creazione di piccole reti di fornitura.

La concentrazione delle attività in un’area limitata favorisce anche la creazione di sinergie tra le imprese. Le PMI possono collaborare, creando reti di supporto reciproco, collaborazioni commerciali e promozioni congiunte. Ciò può portare a un aumento della visibilità e delle opportunità di business per tutte le imprese coinvolte. E la “prossimità” offre anche alle PMI l’opportunità di partecipare attivamente alla comunità: possono partecipare a eventi locali, iniziative di responsabilità sociale e di arricchimento dell’identità locale,  collaborando anche con altre organizzazioni per promuovere lo sviluppo sostenibile e la qualità della vita nel quartiere.

Insomma, il modello della Città di un “quarto d’ora” – che non elimina tutti gli spostamenti, ma solo quelli non più necessari –  può contribuire alla vitalità economica dei quartieri, migliorando la qualità della vita delle persone e creando un ambiente favorevole per le imprese locali.