Formazione 4.0: L’IA al servizio delle competenze aziendali

Fare ponte tra le competenze del singolo e le aziende non è semplice, così come non è semplice per l’azienda individuare quali sono le competenze che i suoi dipendenti possono sviluppare. Ma se non fosse più un lavoro da fare (solo) manualmente, cosa cambierebbe? 

Ricres da sempre è impegnata nel fornire assistenza gratuita ad aziende per accedere ad opportunità tramite i fondi interprofessionali e conosce la cura del dettaglio necessaria nel settore della formazione. Ma con una richiesta sempre più ampia, innovarsi e rendere più efficiente questo ponte tra competenze e necessità diventa un punto chiave.

Uno dei tormentoni (un po’ cupi) che riguardano le nuove tecnologie nel lavoro è che “ridurranno i posti di lavoro”. Nel caso dell’intelligenza artificiale, semmai, è il contrario. Il campo della formazione prevede un lavoro di analisi molto lungo e profondo: l’IA può aiutare ad analizzare i dati degli utenti per creare percorsi formativi su misura, adattando contenuti e modalità di apprendimento alle esigenze individuali. 

Proprio questa è una delle sfide da cui partire: in che modo l’intelligenza artificiale può aiutare a formare le persone in maniera coinvolgente e gratificante? Per esempio, dai più banali e teorici corsi si potrebbe passare ad esempi sul campo, senza tuttavia rischiare nulla: con la realtà virtuale (VR) o aumentata (AR) l’IA può creare ambienti di apprendimento immersivi e realistici, dove i lavoratori potrebbero simulare azioni di lavoro di tutto i giorni in un ambiente sicuro. Prendiamo poi il caso di un posto da manager o dirigente: l’IA può essere molto più esaustiva nel creare simulazioni di situazioni lavorative realistiche, e potrebbe aiutare gli utenti a sviluppare competenze sempre più richieste: problem solving, decision making e leadership. Gli assistenti virtuali basati su IA, come chatbot o altri assistenti virtuali più precisi, possono poi fornire supporto continuo durante il percorso di apprendimento, rispondendo alle domande od offrendo suggerimenti. I lavoratori potrebbero così risolvere problemi in tempo reale e a mantenere un ritmo costante di apprendimento. Ma potrebbe non essere un semplice assistente: il concetto di mentorship virtuale sembra ancora un’utopia, ma se fosse implementato permetterebbe al lavoratore di acquisire fiducia e sviluppare al meglio il suo potenziale, oltre ad aiutare nello sviluppo delle soft skills.

Ma l’inserimento nel percorso di apprendimento di un’intelligenza artificiale può fornire anche degli aiuti all’azienda. Le prestazioni dei dipendenti durante la formazione sarebbero analizzate in tempo reale, con feedback immediati, suggerendo aree di miglioramento o modifiche al percorso. E poi ridurre l’elemento umano in una valutazione tecnica non è per forza un danno: l’IA può aiutare a ridurre bias e pregiudizi nelle valutazioni, fornendo un’analisi oggettiva delle prestazioni e del progresso. Il potenziale e le prestazioni del lavoratore così saranno analizzati sulla base di dati, senza essere influenzato da fattori soggettivi e fuorvianti.

 La formazione si muove sulla base dell’individuazione di punti di forza e di spazi per un possibile miglioramento, mentre l’IA funziona per stimoli: non c’è strumento più adatto al compito di creare un percorso personalizzato, che si muova sulla base di indicazioni fornite dall’azienda ma che allo stesso tempo risponda agli obiettivi professionali dei singoli. L’IA è lo strumento perfetto per quelle aziende che vogliono mettersi in gioco senza pregiudizi. Per scoprire come finanziare la formazione continua del tuo team, non esitare a contattarci!